P. Leo Pessini – Bioetica globale in tempi di incertezze, perplessità e speranze

Roma, 8 dicembre 2018
Festa dell’Immacolata Concezione di Maria

Leocir Pessini
Superiore generale dei Camilliani

Questo libro, dal titolo Bioetica globale in tempi di incertezze, perplessità e speranze, raccoglie insieme alcuni testi che sono già stati condivisi in forma digitale attraverso la Newsletter camilliana mensile (il mondo visto da Roma … e Roma visione del mondo) e nel bollettino trimestrale dell’Ordine, Camilliani-Camillians, in italiano e in inglese, le lingue ufficiali dell’Ordine.

Queste riflessioni di spessore bioetico, che contengono anche una prospettiva etica di pastorale camilliana, sono nate dal contatto e dalla conoscenza con le realtà diverse e plurali del mondo, durante i viaggi internazionali che ho svolto nel mio mandato di servizio all’Ordine, nel periodo 2014-2019, in occasione delle visite alle comunità camilliane, lavorando nel campo della salute e dell’assistenza ai malati, in quarantuno paesi dei cinque continenti: Africa (Benin, Togo, Burkina Faso, Repubblica Centrafricana, Kenya, Tanzania, Uganda, Costa d’Avorio e Madagascar), Asia (Tailandia, Vietnam, Cina continentale, Taiwan, Filippine, India, Indonesia e Australia), America Latina (Brasile, Argentina, Bolivia, Perù, Ecuador, Colombia e Messico), America del Nord (Stati Uniti d’America), senza tralasciare i diversi paesi europei in cui sono presenti i camilliani, principalmente in Italia, culla dell’Ordine.

Il nostro Ordine camilliano sta testimoniando da oltre quattro secoli lo spirito eroico del servizio samaritano (i martiri della carità), nel mondo sanitario, nei confronti di coloro che sono stati assaltati lungo la strada della vita, nei confronti della malattia, del dolore e della sofferenza umana. L’immagine forte di cui siamo custodi lungo la storia è quella del prendersi cura del corpo e dello spirito di un essere umano sdraiato sul letto e prostrato a terra.

Oggi siamo di fronte all’urgenza di ricollocare questo essere umano ‘in piedi’, nella piena condizione di vita e di salute. È la realizzazione del messaggio del buon pastore: “Io sono venuto perché tutti abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv. 10,10), senza privare nessuno della cura samaritana. Ci vuole molta determinazione per assumersi la responsabilità di realizzare una paradigmatica rivoluzione copernicana, nel mondo della salute in cui operiamo e all’interno delle nostre stesse opere sanitarie. Il dono della salute costituisce ‘l’autentica infrastruttura di pienezza e di felicità umana’.

Fino a poco tempo fa si avevano poche conoscenze scientifiche circa la prevenzione delle malattie. Grazie all’evoluzione della tecnica nel campo della salute e alle nuove conoscenze in materia di salute pubblica, oggi siamo più consapevoli del valore della prevenzione delle malattie più comuni che ancora affettano milioni di persone ogni anno nel mondo, in particolare i bambini, gli individui più vulnerabili.

Oggi, quando si parla di una presenza efficace nel complesso mondo della salute, gli esperti ricordano la necessità di intervenire in almeno cinque settori strategici: 1. promuovere una vita sana; 2. prevenire le malattie; 3. curare i malati; 4. riabilitare e trattare le conseguenze; 5. implementare i sistemi sanitari secondo lo spirito delle cure palliative.

Questa agenda tematica coinvolge in modo radicale il nostro ministero camilliano nelle periferie del pianeta, in Africa, in Asia e in America Latina. Non basta la cura spirituale: è necessario il coraggio di andare oltre, di agire profeticamente nelle politiche di salute pubblica dei diversi paesi, nelle strutture, pubbliche e private per renderle più efficaci ed efficienti nel soddisfare le esigenze di salute della popolazione, in particolare delle persone più vulnerabili che vivono in condizioni precarie di vita.

Naturalmente le nostre istituzioni sanitarie dovrebbero essere un esempio in questa prospettiva, altrimenti la loro esistenza rischia di non essere evangelicamente giustificata. Senza mai dimenticare l’uomo prostrato a terra e sofferente, insieme a questa dimensione di solidarietà dobbiamo combattere profeticamente affinché l’uomo non si ammali. L’educazione alla salute, oltre all’assistenza sanitaria, riveste un ruolo cruciale da svolgere in questo contesto!

La nostra angolatura bioetica è profondamente segnata dalle periferie del mondo. Percepiamo un profondo confronto tensionale tra i diversi orizzonti socio-culturali entro cui l’umanità vive oggi, in particolare con la realtà asiatica, molto diversa ed originale rispetto al mondo occidentale: dentro questo ambiente ci troviamo a vivere come stranieri morali (cfr. T. Engelhardt) dal punto di vista religioso, sociale, culturale, politico e storico e questa dinamica genera in noi una profonda ansia ed angoscia esistenziale. Tale angoscia creativa si rivela essere non patologica: non ci ha paralizzato ma ha mobilitato le nostre forze interiori, generando delle sane inquietudini esistenziali e allargando i nostri orizzonti oltre i nostri miopi confini.

Codificare queste riflessioni in chiave etica ha costituito un sano percorso dal valore terapeutico, tentando anche di versare un po’ di balsamo su queste inquietudini sulle sensibilità umane ‘ferite’ di fronte ai terribili tra affermazioni e negazioni della vita stessa: il contrasto tra abbondanza e scarsità di beni; la confortevole esistenza di poche persone, insensibili di fronte al rischio di sopravvivenza sofferta da molti; la sensibilità di pochi e l’indifferenza di molti!

E ci domandiamo: nel prossimo futuro, vivremo in una società e in un mondo più giusto, più solidale e più fraterno? La cosiddetta ‘globalizzazione della solidarietà’ di cui papa Giovanni Paolo II ha parlato così tanto, non sarà forse un puro miraggio utopistico all’orizzonte? Papa Francesco, con la sua voce profetica, non si stanca di gridare e di denunciare questi tragici paradossi – durante i suoi viaggi internazionali, raccogliendo le diverse opportunità per parlare nei diversi contesti internazionali – invitando ad essere vigili e prudenti affinché la globalizzazione sia un moltiplicatore con effetti drammatici di esclusione, indifferenza e disuguaglianza nel mondo.

Abbiamo pensato che sarebbe stato opportuno ed utile pubblicare insieme in un unico volume diverse riflessioni di carattere bioetico, elaborate durante il nostro periodo di governo dell’Ordine, per offrire anche una visione più integrata ed organizzata sulle sfide etiche, che a nostro avviso sono cruciali per il futuro dell’umanità.

Il nuovo scenario determinato dalle biotecnologie ha inevitabilmente avuto grande risonanza e destato riflessioni importanti circa le conseguenze imprevedibili anche per la nostra vita. Abbiamo quindi bisogno di coltivare vigilanza, prudenza e saggezza etica per affrontare questi argomenti con la necessaria serenità. La creazione è posta nelle nostre mani! Cosa farà l’umanità con l’opera della creazione?

L’enciclica ecologica e profetica di papa Francesco, Laudato Si’, già ci segnala alcuni ammonimenti e ci orienta verso alcune prospettive che non possiamo ignorare, se vogliamo costruire un futuro promettente per la vita e l’umanità.

Architettura tematica ed estetica dell’opera

L’architettura e l’apporto estetico di questa pubblicazione sono state organizzate secondo un preciso ordine tematico: si inizia con la proposta del significato e del valore della bioetica globale (I); segue la spinosa questione antropologica, alla ricerca di un nuovo essere umano nel XXI secolo, in tempi di fascinazione per il post-umanesimo (II).

Il secondo passo è dato dalla rilettura del ruolo della scienza oggi (ri-creazione della vita?) a partire dalla lettura dell’opera di Frankenstein dell’autrice inglese Mary Shelley. Tale opera nel 2018 ha raggiunto o duecento anni della sua prima pubblicazione (III). Scommettiamo anche sulla costruzione di un futuro di speranza, proprio nel momento storico in cui maggiormente si teme di ritornare al passato (Cfr. Retrotopia di Zygmunt Bauman) (IV).

Per noi camilliani, la questione della salute umana è al centro della nostra identità carismatica. La sfida è quella di ampliare la nostra visione di salute, non più limitata al singolo, ma comprensiva di tutti gli esseri viventi, abbracciando l’umanità nella sua interazione con la realtà cosmica, ambientale ed ecologica. Oltre alla salute pubblica e globale si riflette su salute planetaria (espressione coniata presso la Harvard University nel 2015) (V).

Il rapido invecchiamento della popolazione mondiale ha determinato profondi cambiamenti ed ha introdotto elementi di crisi politico-economica nelle scelte pubbliche di assistenza sanitaria nella maggior parte dei paesi del mondo sviluppato. L’essere umano vive molto più a lungo oggi, ma deve simultaneamente affrontare la sfida di ‘aggiungere più vita agli anni’. Presentiamo alcuni dati sulla realtà attuale dell’invecchiamento e della longevità umana nel mondo attraverso un approccio etico e pastorale riferiti ai nostri anziani e malati (VI).

Quello che segue è articolo di carattere umanistico con alcune linee guida pastorali ed etiche per un buon accompagnamento samaritano orientato alle persone anziane e ai malati terminali (VII).

Infine, non potremmo sviluppare alcuna provocazione sul futuro della bioetica e sulla bioetica nel futuro (VIII), senza riflettere sulla globalizzazione ‘escludente’, ma anche continuando a seminare la nostra speranza, ostinatamente rivolta verso la costruzione di un futuro promettente per tutti.

Alla fine, abbiamo collocato una sezione speciale con quattro allegati:

  1. la Dichiarazione di Astana: il cammino per l’assistenza sanitaria universale nel mondo;
  2. Amazzonia: l’urgenza di una bioetica ecologica e la promozione di una ecologia integrale;
  3. un omaggio a Iomerê (SC, Brasile): luogo di nascita della prima generazione di camilliani brasiliani;
  4. conoscere l’Autore e le sue principali opere accademiche e scientifiche.

L’obiettivo dell’opera comprende anche l’offerta di una grafica esteticamente gradevole, capace di catturare l’attenzione del lettore con delle immagini emblematiche dei temi trattati, che facilitino concretamente la comprensione dei temi affrontati. La bellezza ci introduce e ci eleva sempre alla dimensione trascendente della nostra vita. Dostoevskij ha già osservato che la bellezza salverà il mondo.

Buona lettura e buona riflessione affinché in mezzo a tante incertezze e perplessità possiamo essere sempre protagonisti di una speranza etica!

Desidero esprimere un ringraziamento particolare ai consultori generali dell’Ordine: p. Laurent Zoungrana, vicario generale; p. Aris Miranda, consultore per il ministero; fr. José Ignacio Santaolalla economo generale e consultore per le missioni; p. Gianfranco Lunardon, segretario Generale. Per me è un privilegio ed un onore condividere con voi il servizio dell’autorità tra i confratelli del nostro Ordine, in unione, comunione, libertà, fiducia reciproca e trasparenza evangelica. Insieme, con il sostegno reciproco, con la vicinanza, con l’amicizia e con grande dedizione alla causa camilliana cerchiamo con umiltà nella verità di servire i nostri confratelli. Questa pubblicazione ha potuto vedere la luce, anche grazie alla vostra collaborazione. Che Dio vi benedica!

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