San Camillo de Lellis ad Aversa

dott. Arturo Formola – docente presso l’Ist. Sup. di Scienze Religiose di Aversa

Col Sindaco di Aversa ed altriSabato 17 dicembre, nei primi vespri della quarta domenica di Avvento, nell’occasione annuale dell’arrivo della luce di Betlemme nella città di Aversa, il gruppo Masci Aversa 1, nella persona del Cav. Franco Marino, ha donato alla Parrocchia dei SS Filippo e Giacomo (Madonna di Casaluce) un’ immagine di S. Camillo de Lellis. La celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Giovanni D’Aniello, Nunzio Apostolico in Brasile e nostro concittadino, ha visto la partecipazione del P. Alfredo Maria Tortorella della comunità camilliana di Napoli, del Sindaco di Aversa Arch. Domenico De Cristofaro, del gruppo Masci Aversa 1 e degli scout.

Don Carlo Villano, Parroco dei SS Filippo e Giacomo, durante il suo saluto ha ricordato che la venerazione per S. Camillo nella città di Aversa ha origini molto lontane, avendo i camilliani prestato servizio nell’ex Ospedale S. Eligio in via Roma(di fronte la Parrocchia) donato alla Casa Santa della Santissima Annunziata di Aversa dalla Regina Giovanna II il 23 novembre 1423.

Infatti un’edicola votiva di S. Camillo, fatta restaurare dal Masci nel 2013, sulla facciata dell’ex Ospedale ricorda la presenza dei figli spirituali del santo ad Aversa.

Piero Sannazzaro, nel suo primo volume Storia dell’Ordine Camilliano del 1986, conferma la presenza nella città di Aversa dei religiosi. Durante la peste a Napoli (1656 – 1657), i camilliani prestarono servizio pure in altre località del Regno invase dal contagio, a Gaeta, Aversa, Chieti e Bucchianico(città natale di S. Camillo) e cinque di loro furono vittime[1]. Inoltre la consulta del 1698 respinse l’offerta di fondazione di una casa ad Aversa, nella campagna del napoletano, perché gravata di troppe condizione restrittive[2]. Infine nel mese di maggio o di giugno 1698, il P. Natalini, procuratore generale, forse per evitare l’acuirsi dell’antagonismo con il P. Generale, si ritirava, con l’autorizzazione della Congregazione dei Vescovi e Regolari, ad Aversa, per assistere quel Vescovo e non faceva ritorno nell’Urbe se non alla vigilia del XVII capitolo generale(1699)[3].

Accogliendo l’invito degli amici del Masci e del P. Alfredo Maria Tortorella, nello scrivere un volume storico sulla presenza camilliana ad Aversa, affido tutti gli ammalati della città alla protezione di S. Camillo e auspico tante iniziative per rafforzarne la devozione in parrocchia e in città.

[1] P. Sannazaro, Storia dell’Ordine Camilliano (1550-1699), Torino 1986, 179.

[2] Idem, 338.

[3] Idem, 354.