San Camillo de Lellis patrono di un’associazione no profit che si occupa dei malati psico-spirituali

logoFDLvert-smallIl 20 Settembre l’associazione Famiglia della Luce con Camilla si è legata spiritualmente al nostro fondatore

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Nel corso di una toccante cerimonia condotta dal nostro confratello P. Marco Causarano lo scorso 20 Settembre, presso la Casa di Ritiri Spirituali dei Padri Barnabiti di Eupilio (CO), l’Associazione di Promozione Sociale no profit “Famiglia della Luce con Camilla“, attiva su tutto il territorio nazionale, ha unito inscindibilmente la propria storia con quella di San Camillo de Lellis. Tante le similitudini tra la missione di assistenza caritatevole verso i malati che contraddistingue il carisma dal nostro fondatore e quelle che caratterizzano l’azione dell’associazione, che si occupa in modo particolare di persone con disagio psico-spirituale. In quell’occasione è avvenuta anche la consacrazione alla Santa Famiglia di Nazareth.

Abbiamo posto alcune domande ai responsabili per conoscere meglio questa peculiare realtà associativa.

Come è nato l’incontro con San Camillo de Lellis?

“Durante un pellegrinaggio a Roma, svolto dall’associazione nell’estate 2015 e guidato dal nostro associato e vostro confratello P. Marco Causarano, abbiamo visitato la Chiesa di Santa Maria Maddalena. Siamo stati fraternamente accolti dal rettore P. Gianfranco Lunardon, al quale abbiamo presentato la nostra realtà. Poi nella successiva celebrazione eucaristica P. Marco ha svolto un’ampia omelia dedicata a San Camillo dalla quale sono emersi i tratti salienti della sua opera. Ci siamo resi conto che la sua cura della persona nella sua interezza, corpo, anima e spirito, per molti versi era sovrapponibile alla missione della nostra associazione: quindi il desiderio di nominare San Camillo nostro patrono è sorto spontaneamente in modo consequenziale. Inoltre la data di matrimonio di due dei soci fondatori della Famiglia della Luce con Camilla è stata il 14 Luglio, giorno dedicato a San Camillo, e la loro figlia primogenita tragicamente scomparsa si chiamava Camilla; proprio a quest’ultima è dedicata l’associazione”.

Quali sono le attività della Famiglia della Luce con Camilla?

“Le attività che rendono concreto il carisma dell’associazione sono molteplici, le principali delle quali sono

la crescita, formazione e aggiornamento sia per consacrati che per laici attraverso l’organizzazione di ritiri spirituali, pellegrinaggi e conferenze condotti da sacerdoti e laici da tutto il mondo di riconosciuta esperienza e fede. Si svolgono in diverse città italiane in case di ritiri spirituali autorizzate.

la preghiera di adorazione eucaristica, lode e intercessione attraverso la creazione di piccoli gruppi di preghiera denominati Cenacoli della Luce.

la condivisione attraverso la promozione di periodici incontri tra gli associati per consentire la crescita mediante il confronto e la socialità.

l’evangelizzazione attraverso l’organizzazione di incontri di preghiera, testimonianze presso realtà ecclesiastiche e associazioni con motivazioni affini e interviste con i media interessati.

l’ascolto dei bisognosi sia attraverso canali di comunicazione diretti (incontri di ascolto) che indiretti (sono attivi 2 numeri telefonici dedicati).

la consolazione dei tribolati attraverso azioni di discernimento, consiglio e preghiera in stretto contatto con il sacerdote direttore spirituale dell’associazione e con gli altri sacerdoti presenti”.

messa consacrazioneDa dove siete partiti e dove desiderate arrivare?

“Gli incontri tra persone non sono mai casuali perché il Signore chiama costantemente ad essere Chiesa attraverso relazioni costituite nel Suo nome. Negli anni alcuni laici e consacrati di differenti città italiane hanno costituito solide reti di amicizia, preghiera, collaborazione e condivisione, misurandosi in particolare con la sofferenza spirituale. Dopo ampio discernimento nell’autunno 2014 alcuni di loro hanno deciso di impegnarsi nella fondazione di una realtà associazionistica che generasse una nuova e più ampia missione di apostolato al servizio della Chiesa. Il 7 Gennaio 2015 è nata ufficialmente un’Associazione di Promozione Sociale No Profit di ispirazione cristiana cattolica con un sacerdote e quattro laici come soci fondatori. In pochi mesi gli associati sono saliti ad oltre 500 da tutta Italia, il 10% dei quali costituiti da sacerdoti e consacrati. Per adeguarsi alle nuove dinamiche associative il 20 Settembre 2015 l’Assemblea Straordinaria degli Associati ha modificato lo Statuto, attualizzandolo e rendendolo più operativo; in quel frangente è stato modificato anche il nome e il logo dell’Associazione, che si è trasformata in “Famiglia della Luce con Camilla”. Due dei soci fondatori sono occupati in associazione a tempo pieno. Questa è l’attualità, mentre cammino di crescita e trasformazione futura sono totalmente nelle mani del Signore, ma non nascondiamo che, come tulle le famiglie, ci piacerebbe avere una nostra casa di accoglienza e cura…”.

Sorge spontanea la domanda: cosa ci cela dietro il vostro nome?

“Famiglia della Luce con Camilla” racchiude molti significati radicati nella nostra missione spirituale. In particolare:

Famiglia” è il luogo di nascita, crescita, accoglienza, condivisione, conforto e solidarietà per antonomasia. Molti soci nei primi mesi di vita dell’Associazione hanno trasmesso ai membri del Consiglio Direttivo testimonianze verbali o scritte che evidenziavano il loro “sentirsi in famiglia” durante le iniziative di preghiera, formazione e condivisione proposte.

Luce” è riferimento diretto a Colui che ha affermato: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» Gv 8,12, quindi è il tentativo, attraverso Lui, di rischiarare il buio mortifero morale e psico-spirituale che avvolge la nostra società.

Camilla” era la figlia diciannovenne di due soci fondatori, prematuramente scomparsa nel Giugno 2015; nella sua breve vita terrena ha cercato incessantemente la Luce ed ha combattuto a lungo contro le tenebre. L’associazione è nata ad opera della sua famiglia e degli amici più cari come conseguenza diretta della sua particolare esperienza.

Anche il logo dell’associazione è stato frutto di una lunga elaborazione e molte delle indicazioni e delle simbologie presenti in esso sono scaturite da intuizioni durante momenti di preghiera”.

La vostra associazione accoglie e aiuta il malati spirituali: cosa significa adempiere una simile missione?

“Per alcuni aspetti si tratta di una missione di frontiera, perché oggi la malattia spirituale vive lo stesso stigma che ha contraddistinto alcune gravi malattie fisiche e psichiche fino a poco tempo fa. Parlare di malattie spirituali significa approcciare persone che, per motivazioni differenti, sono fatte oggetto di azioni spirituali straordinarie malefiche, tecnicamente definite vessazioni, ossessioni e possessioni demoniache. Di fronte a queste verità di fede l’atteggiamento di laici e sacerdoti è spesso di rifiuto oppure di creduloneria, raramente un approccio equlibrato. Questo atteggiamento riduttivo o eccessivo è sovente alimentato dalla mancanza di informazione corretta. Sta di fatto che spesso i malati spirituali vengono emarginati e trasformati nei lebbrosi dei nostri tempi. Chi vive l’azione demoniaca straordinaria spesso si trova a sperimentare l’isolamento, la derisione e la paura proprio da parte di chi dovrebbe essere più vicino ed accogliente, cioè dai parenti, dai conoscenti e, sovente, anche dai ministri di Cristo. Ma Gesù di fronte al lebbroso che gli si prostra davanti chiedendogli di purificarlo stende la mano, lo tocca senza timore di contaminarsi e gli dice: «Lo voglio, sii purificato». (Mt 8,2-3) In questa sequenza è ben espressa un’esemplare didattica che si sviluppa attraverso momenti consequenziali: la richiesta, l’ascolto, la compassione, l’accoglienza e l’azione.

Così come nella lebbra le piaghe sono evidenti nel corpo, altrettanto nei mali spirituali si manifestano a livello psico-spirituale. Si è fiaccati da pensieri ossessivi, da visioni, da rumori, da dolori inspiegabili e, in alcuni casi, è presente l’avversione al sacro che non consente di vivere la Santa Messa o i momenti di preghiera in modo composto. Il vero malato spirituale è spesso convinto di essere pazzo, e questo pensiero accomuna anche moltissimi familiari, conoscenti e sacerdoti, ma le vere malattie mentali hanno modalità di espressione peculiari che si discostano da quelle spirituali, e anche quando alcuni sintomi tendono a sovrapporsi le differenze non sfuggono ad un occhio allenato. Fortunatamente il discernimento non sfugge ai sacerdoti esorcisti e neanche ad alcuni esimi psichiatri.

Ma una volta effettuata la corretta diagnosi ne consegue che il malato spirituale viene allontanato sempre di più dalla ordinarietà e vive costantemente una straordinarietà punteggiata da esorcismi, preghiere di liberazione, rincorsa verso carismatici veri o presunti… Ma questa “sovraesposizione spirituale” a senso unico è pericolosa, perché rinchiude chi la vive in un ghetto e lo isola.

La sfida più grande è quella di “normalizzare l’anormale” e di rendere “ordinario lo straordinario”. Ma come fare? Occorre attuare la sequenza insegnata da Gesù: ascolto, compassione, accoglienza e azione. Occorre formare laici e sacerdoti capaci di un ascolto informato ed empatico, capaci di “patire con” la persona tribolata. Poi occorre fornire ai bisognosi luoghi e momenti di accoglienza e di aggregazione, dove pregare ma anche scherzare, imparare ma anche condividere, soffrire ma anche gioire. Occorre infine aiutare chi soffre a mettere in moto un’azione personale di presa d’autorità sul male e sul maligno, affinché quest’ultimo non abbia mai l’ultima parola. È il percorso proposto dalla “Famiglia della Luce con Camilla”, che da oggi conta anche sulla potente intercessione di San Camillo De Lellis.

Ulteriori info: www.famigliadellaluce.it