Terremoto ad Haiti (14 agosto 2021)-Testimonianza del camilliano p. Robert Daudier

Alle 8:30 del mattino, 14 agosto 2021, Haiti è stata colpita da un terremoto di magnitudo 7,2.

Nelle nostre comunità camilliane di Jeremie e di Port au Prince, i confratelli condividono le stesse paure e difficoltà di tutta la popolazione.

Abbiamo avvertito la scossa e siamo fuggiti per precauzione dalle nostre abitazioni. Ho contattato i confratelli che vivono a Jeremie – zona vicino all’epicentro del terremoto – e ho saputo che la loro situazione è gestibile: padre James ha un polso contuso ed ha bisogno di una radiografia, ma la zona di Jeremie è seriamente colpita e gli spostamenti sono impraticabili.

Nonostante le difficoltà, i confratelli a Jeremie stanno cercando di sostenere le persone che sono vittime del terremoto di oggi.

Ci sono molte perdite di vite umane e gravi danni agli edifici e alle infrastrutture. Molti edifici che ospitano persone e le chiese sono stati distrutti. In tutto il sud del paese ci sono molti danni: qui la popolazione viveva già nella miseria e in enormi ristrettezze socio-economico-politiche. Ora con l’evento catastrofico di questo terremoto, la situazione assai precaria della popolazione sta diventando ancora più allarmante.

Noi camilliani, nella comunità e nell’ospedale Saint Camille di Port au Prince (città capitale della nazione haitiana), potremmo andare a portare il nostro aiuto alla popolazione del sud del paese, ma le condizioni di sicurezza a Martissant spaventano. Gruppi i banditi armati si sono installati in quell’area strategica di passaggio, da più di due mesi e sparano alle macchine che passano: i pochi veicoli che transitano di lì, rischiano di essere attaccate e rapinate.

Abbiamo bisogno di aiuto in questi frangenti drammatici: la popolazione non può più sopportare le terribili condizioni socio-politiche. Dobbiamo rispettare la vita umana e lavorare di conseguenza per contribuire a ripristinare la pace e la sicurezza sociale nel paese.

All’ospedale Saint Camille, i nostri malati, accompagnati dal personale infermieristico hanno dovuto correre e fuggire per salvarsi, perché l’intero edificio tremava in modo minaccioso.

Psicologicamente e fisicamente i malati ricoverati in ospedale, ora, hanno molta paura e per precauzione sono stati sistemati per qualche tempo, per paura delle scosse di assestamento. La situazione del paese è molto triste e molto grave, viviamo con molte difficoltà: la nostra missione alla popolazione è necessaria nonostante le difficoltà ed è il momento di raddoppiare i nostri sforzi per servire il popolo con i mezzi che la Provvidenza ci affiderà.

Scritto alla vigilia della festa di Maria Assunta in Cielo: preghiamo perché Lei interceda per il paese haitiano affinché su questa porzione di terra vivano uomini degni della loro responsabilità verso il loro stesso popolo!