Domenica: giorno della Festa e della Gioia

x139-1r1.png.pagespeed.ic_.7WY7YB0Ub_Riflessione sulle parrocchie soprattutto se Camilliane di p. Rosario Messina

“Questo è il giorno che ha fatto il Signore, rallegriamoci ed esultiamo in esso”, canta la liturgia pasquale. E l’antica Didascalia degli Apostoli osa affermare: “chi è triste nel giorno di Domenica commette peccato!”E Tertulliano aggiunge: “La Pasqua è uno spazio traboccante di gioia da celebrare durante cinquanta giorni.”Esulti pertanto il coro degli angeli, esulti l’assemblea celeste, sia in festa tutta la Chiesa, nell’attesa della Domenica senza tramonto quando potremo contemplare Gesù faccia a faccia, vivendo con Lui per l’eternità”. Anche San Girolamo, pieno di esultanza, esclama:” Questo è il giorno di Cristo Signore, questo è il giorno della resurrezione, questo è il giorno dei cristiani, questo è il nostro giorno, che ci fa rivivere l’evento stupendo della nostra salvezza!” Gli fa eco Eusebio di Seleucia in una entusiasmante Omelia Pasquale:”La resurrezione di Gesù, fà della vita dei cristiani una festa”. Un avvenimento questo che noi cristiani  possiamo rivivere ogni Domenica: si realizza infatti nella celebrazione eucaristica  un incontro personale e comunitario con  Gesù vivo e glorioso in mezzo a noi, che  fà  ardere il nostro cuore in petto mentre  ci parla, ci ama, ci perdona, ci fonde in un solo corpo di cui Lui è  Capo e Fondamento. Solo vivendo così la domenica, potremo comprendere perché i 49 martiri di Abitene preferirono affrontare il martirio piuttosto che rinunciare alla celebrazione dell’Assemblea settimanale, gridando mentre morivano, “che non potevano vivere senza la Domenica!”

Esiste purtroppo un fondato timore che la Comunità cristiana ancora oggi  non comprenda appieno, non assapori la gioia pasquale né  il significato profondo e splendido della Domenica. Infatti assistiamo ai nostri giorni a un tentativo costante e crescente, subdolo e quasi silenzioso di banalizzarla, di svuotarla del significato profondo unico e irripetibile della Pasqua per cui è nata, all’insegna dell’effimero, dell’evasione, del wek-end a tutti i costi, dello sport e del divertimento.