Una progressiva donazione della vita ai malati

brescianidi Danio Mozzi, M.I. in  Cittadini del cielo. Pellegrini sulla terra

Cesare Bresciani nasce a San Pietro di Legnano nel 1763. Studia al collegio degli Accoliti e nel 1801 entra nella Sacra Fratellanza, fondata dal Leonardi. Amante della Letteratura e della poesia, insegna retorica nel collegio degli Accoliti e viene ordinato sacerdote nel 1806.

Dopo anni di intensa e brillante attività didattica e letteraria, nel 1828 entra stabilmente nella direzione spirituale del Ricovero e dell’Ospedale, dove dimorerà fino alla morte.

Nel 1836 assiste nel Lazzaretto veronese i colpiti dal colera e si appassiona alla vita di San Camillo de Lellis, scoprendo un suo fascino travolgente. Raduna un gruppo di preti e laici per il servizio corporale e spirituale dei malati ed entra nel noviziato camilliano di Casale Monferrato; emettendo i voti religiosi assume il nome di Camillo Cesare. Nel 1842 dalla Curia Generalizia di Roma e dal Governo austriaco riceve il permesso di aprire la prima comunità camilliana a Verona. Molti fratelli hanno rischiato la vita durante le ondate di colera e di tifo patecchiale e hanno soccorso i soldati feriti e moribondi nelle tre guerre di Indipendenza.

A San Martino e Soflerino Henry Dunant, ispirato dai camilliani crocesegnati e motivato dalla grave emergenza sanitari, pose le basi per la futura Croce Rossa. Padre Bresciani muore a Verona il 20 luglio 1871.

Egli seppe intessere relazioni con i grandi fondatori dell’Ottocento, i vescovi e le autorità civili. Scrisse in poesia e in prosa: orazioni funebri ai personaggi celebri, elogi a principi e vescovi, panegirici a santi e beati.

Carisma ieri e oggi…

San Camillo, maturato dall’esperienza del dolore, seguendo l’esempio e l’insegnamento di Cristo misericordioso, è stato chiamato da Dio per assistere i malati e insegnare ad altri il modo di servirli. La Chiesa ha riconosciuto San Camillo e all’Ordine camilliano il carisma della misericordia verso gli infermi a imitazione del buon samaritano e cha definito l’opera del fondatore una nuova «scuola di carità». San Camillo considerava gli infermi suoi «signori e padroni» e contemplava in essi la persona di Cristo; spesso li imboccava in ginocchio, domandando loro il perdono dei peccati. I camilliani professano un quarto voto per servire i malati anche a rischio della vita; una croce rossa li contraddistingue.

Grazie alla lettura delle fonti, p. Bresciani è riuscito a ricomprendere il carisma camilliano, dimenticato nella sua globalità poiché veniva sviluppata solo l’assistenza spirituale dei sacerdoti nelle case dei morenti. Egli considerava irrinunciabile il ruolo originario del fratello laico nel servizio corporale degli infermi negli ospedali. Padre Bresciani è ritenuto il secondo fondatore dell’Ordine per averlo riportato allo spirito delle origini.