La forza della compassione in Madre Teresa di Calcutta

DAI BASSIFONDI ALL’ALTARE
La forza della compassione in Madre Teresa di Calcutta
Papa Francesco, domenica 4 settembre 2016 canonizzerà Madre Teresa di Calcutta

 

p. Anthoni Jeorge Kunnel

image-bmadreteresadicalcuttathumb3-942D_53E40F21Ringraziando Dio onnipotente, condivido con tutti voi le memorie più care ed intime e le mie profonde impressioni che ho raccolto durante i miei incontri con Madre Teresa di Calcutta. Io sono un testimone dell’angelo della compassione. Quando si cammina con lei, si cammina in modo diverso, perché si intuisce che la Madre cammina con il vero deposito di Dio nella sua anima, la fonte stessa della compassione. Con le parole e con i fatti la Madre è stata un tesoro di compassione che ha lasciato come sua vera eredità.

Il mio a lungo coltivato desiderio di incontrare la Madre finalmente si è realizzato nell’anno 1994. Ho avuto la fortuna di lavorare con le religiose Missionarie della Carità a Calcutta per sei mesi, da giugno a novembre dello stesso anno. Guardando indietro, ricordo vividamente quei momenti incancellabili, quando, il 4 luglio 1944, insieme ai miei compagni, siamo saliti per le scale per salutare la Madre nel suo alloggio.

Faccia a faccia con la Madre, sono rimasto muto, bloccato dal suo radioso sorriso, dal suo incandescente e gentile saluto. Mi chinai in avanti e baciai il palmo della sua mano. Non avrei mai immaginato quanto profondamente e completamente quell’evento avrebbe modellato il resto della mia vita. La persona ‘santa’ che ho baciato rimane la mia fonte ispirativa, per tutta la vita. Molto gentilmente, Madre Teresa ha raccolto alcuni biglietti di preghiera dalla finestra della sua stanza e si è seduta sulla panca di legno nella veranda. Ha firmato uno di questi e dice lo ha regalato dicendo: “grazie per essere venuti!”. La preghiera sul biglietto recita: “Maria, Madre di Gesù, dammi il tuo cuore, così bello, così puro, così immacolato, così pieno di amore e di umiltà, affinché io possa essere in grado di ricevere Gesù nel pane di vita, amarlo come tu lo hai amato e poterlo servire nei corpi sfigurati dei più poveri tra i poveri. Amen”. Io mi aggrappo a questo ‘tesoro oltre misura’.

Nei giorni trascorsi in diverse comunità e case delle Missionarie della Carità, per sei mesi, la cura dei malati e dei morenti, ho potuto constatare la straordinaria natura della Madre nell’esprimere la compassione di Dio, afferrando e conquistando il cuore di tutti. Ha offerto per tutta la vita il suo servizio e la sua cura ai più poveri tra i poveri. Madre Teresa è diventata un’icona di compassione per le persone di tutte le religioni. Una bella mattina ho accompagnato un fratello dei Missionari della Carità per distribuire qualche medicina ad una famiglia che viveva sotto un ponte. Mentre camminavamo, il religioso ha scorto un uomo molto malato, che sembrava stesse emettendo gli ultimi respiri di vita. In verità, non ho avuto il coraggio di rimanere a lungo lì. Tuttavia, con mia grande sorpresa, egli mi ha detto di restare con quell’uomo fino al suo ritorno: sarebbe andato a cercare un veicolo per poi accompagnare l’uomo moribondo alla casa per gli indigenti a Kalhighat. Rimasi lì inerme cercando di evitare di guardare l’uomo. In poco tempo, tornato con l’automobile, vi abbiamo caricato l’uomo morente. Questa è stata la mia prima esperienza del genere: proprio quando la macchina si è fermata davanti alla casa di accoglienza per poveri e moribondi, quella persona ha esalato l’ultimo respiro proprio sul mio grembo. Sono migliaia le donne indigenti, gli uomini e i bambini che hanno concluso la loro esistenza sperimentato – seppur per un attimo – l’amore proprio della cura straordinaria di Madre Teresa e dei suoi collaboratori. Madre era sempre pronta e preparata a prendersi cura dei malati, dei moribondi e di altre migliaia di uomini e donne di cui nessuno si è mai fatto carico.

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