13 ottobre 2014: cercare nuove risposte ai “segni dei tempi”

Terza Giornata Internazionale per le Vittime dei Disastri

13 Ottobre 2014

Per la Camillian Task Force

cercare nuove risposte ai “segni dei tempi” con l’ascolto attento

di quelle persone e/o comunità che sono “senza voce

e non accontentandosi solo di dare delle cose

POSTO PER FACEBOOK 3La Terza Giornata Internazionale per le Vittime dei Disastri del 13 Ottobre 2014 è ormai alle porte. Continua la nostra riflessione che prende il via dalle parole che  Papa Francesco durante un Angelus dello scorso febbraio ci ricordava: “la natura ci sfida ad essere solidali e attenti alla custodia del creato, anche per prevenire, per quanto possibile, le conseguenze più gravi”.

In particolare, stiamo invitando tutti a riflettere sulle parole di Papa Francesco: “Non abbiate paura della fragilità.”

Non avere paura, per la Camillian Task Force potrebbe significare, continuare a cercare nuove risposte ai “segni dei tempi” iniziando con l’ascolto attento di quelle persone e/o comunità che sono “senza voce” e non accontentandosi solo di dare delle cose secondo la logica dell’elargizione di beneficienza.

Lo stile evangelico, nei suoi molteplici segni e sfumature, mostra come Gesù incontrando uomini e donne immersi nel bisogno, schiacciati dalle loro fragilità fisiche, ambientali, morali o culturali, offre anzitutto – non cose – ma uno “spazio umano” di ascolto e di accoglienza, incontra il “volto”, spesso deturpato da tanata violenza.

Cristo non opera secondo la logica di un bene calato dall’alto, ma di una umanità condivisa, una miseri-cordia che – come ci ricorda la parola stessa – nasce dall’incontro di un cuore con la miseria altrui, di qualunque natura essa sia: una misericordia che senza negare il male e la fatica di tante resistenze, permette all’uomo che vive ai margini, alla periferia, di trovare rinnovate risorse per camminare al centro della strada, dove scorre il flusso più vero dell’esistenza.

La Camillian Task Force ha come obiettivo la testimonianza di questo amore misericordioso di Cristo per quelle persone che private quasi del tutto di ogni risorsa umana, affettiva e materiale dalla furia dei disastri naturali e/o provocati dall’uomo stesso, hanno bisogno di un competente sostegno umano, sanitario e pastorale. Particolare sensibilità e professionalità è profusa – secondo la prospettiva olistica – all’accompagnamento umano ed emozionale delle vittime, offrendo loro l’opportunità condivisa di un ascolto empatico.

Se San Camillo fosse ancora vivo, egli stesso non si impegnerebbe in progetti analoghi per abbracciare tutte queste sfide insieme con le vittime di disastri?

Alziamoci per stare con loro. Permettiamo che le loro voci siano ascoltate!

13 ottobre 2014: sentirsi interpellati da una domanda di “salvezza”

 Rassegna Stampa

In copertina una foto scattata da Guillermo Luna in Ke Wajir dove opera la CTF